Rifiuti radioattivi nel quartiere San Polo di Brescia: è riemersa dagli archivi un’ordinanza del 1994 che documenta come l’Asl e il Comune sapessero della presenza del Cesio già quattro anni prima della messa in sicurezza del sito. Quattro anni in cui lavoratori e semplici cittadini hanno continuato a frequentare un’area esposta ad alta radioattività, quasi 500 volte superiore al fondo naturale.
Non è più solo un sospetto: ora ci sono le prove. L’Asl e il Comune di Brescia sapevano del materiale radioattivo abbandonato a San Polo già dal 1994, quattro anni prima di interdire l’area per il pericolo radiazioni, provvedimento adottato nel 1998.
Con un’ordinanza del 31 gennaio ’94 l’allora assessore all’Ecologia Giuseppe Berruti ordinava di rimuovere il materiale sversato entro 5 giorni, si legge nel documento, “per il fondato sospetto che nella cava sia stato scaricato materiale contaminato da Cesio 137”.
Il fondato sospetto era dovuto a una segnalazione dell’Asl, allora Unità Sanitaria Locale, datata 17 gennaio ‘94. Perché allora in quei quattro anni non si è fatto nulla? Quattro anni in cui la ditta Cagimetal e i suoi dipendenti hanno continuato a lavorare, bombardati dai raggi gamma; c’era persino un inquilino che ha vissuto nell’area fino al ’98, pagando regolarmente l’affitto ai proprietari.
Pare improbabile che nessuno sappia quanto sta emergendo: alcuni dei funzionari di allora sono ancora in servizio presso gli stessi enti pubblici. Ma negli archivi comunali il fascicolo sulla cava Piccinelli parte dal 1998, e la notizia dell’ordinanza del ’94 ha sorpreso tutti. “Sembra un insabbiamento” hanno commentato a caldo i tecnici del Comune. Per proteggere chi, e perché, non è ancora chiaro.
Il direttore dell’Asl di Brescia, Francesco Vassallo, aveva già dichiarato ai microfoni di Radio Popolare che le prime tracce di Cesio 137 nell’ex cava Piccinelli di San Polo erano state trovate nel 1994:
Dr. FRANCESCO VASSALLO: “Nel ’94 delle analisi fatte dall’Asl consentirono di evidenziare che i rifiuti presenti sul posto presentavano una contaminazione da Cesio 137. Questo, quindi, già nel ’94? Nel ’94. C’era il Cesio 137”.
L’ex assessore all’Ambiente del Comune di Brescia e medico dell’Asl Ettore Brunelli, che nel 1998 ha preso in carico la situazione, conferma di non aver mai saputo di quell’ordinanza. Per Brunelli è gravissimo che i lavoratori siano stati esposti per quattro anni alle radiazioni:
Dr. ETTORE BRUNELLI: “È stato un pericolo grave per la salute di alcuni lavoratori che hanno lavorato per anni lì sopra…han lavorato per anni su un campo in cui…io pensavo che non l’avessero saputo, ma se si sapeva dal ’94, per quattro anni han lavorato tre o quattro persone, più i camionisti che andavano lì più altre persone, che andavano quando volevano…han lavorato sul materiale radioattivo. E questo è gravissimo perché hanno esposto per quattro anni i lavoratori a un rischio molto grave, a un rischio da cancro.
Ma com’è possibile che un assessore non venga informato dall’Azienda Santaria Locale di tutti gli atti che riguardano un sito radioattivo?
Dr. ETTORE BRUNELLI: Ma io mi ricordo benissimo che quegli atti lì nel fascicolo…mai visti, mai saputo che ci fosse un’ordinanza che…anche perché ne devi sempre tener conto quando fai gli atti successivi! Il problema è che nel Comune proprio si è persa la traccia, la memoria…è una cosa gravissima, devo dire molto grave. C’era questa ditta proprio sopra, ma lì vicino c’era anche un altro deposito di materiali edili, quindi erano molte di più, eran parecchie le persone che giravano da quelle parti lì…ma era aperto anche al pubblico, devo dire…perché non c’era nessuna segnalazione, nessuna catena di nessun tipo”.
Radio Popolare, Metroregione