sanchoLoro non hanno bisogno di noi per fallire. Noi non abbiamo bisogno di loro per sopravvivere.
(Subcomandante Insurgente Marcos, 30.12.2012)

Il 12 ottobre 1996, dopo più di vent’anni di rivendicazioni e tentativi, venivano occupati gli spazi degli ex Molini Bernasconi e nasceva, di fatto, l’esperienza del Centro Sociale Occupato Autogestito il Molino. Dopo mesi di dense attività, mani tutt’ora ignote ma consapevoli, appiccarono fuoco allo stabile. Il Molino si trasferì fuori città sul piano della Stampa, al grotto al Maglio, da dove venne sgomberato una mattina d’ottobre. Era il 2002. Dopo due intensi mesi di attività nelle strade di Lugano, riconquistò un nuovo spazio entrando nell’ex Macello di Lugano.

La necessità e la determinazione di vivere uno spazio libero e condiviso sono vive e forti oggi, come allora.

Una storia che ancora resiste, non si piega, non si vende. 18 anni ribelli, inconformi e sognatori!
Perché tutto questo e molto di più siamo stati, siamo e continueremo a essere.

Sabato 11 ottobre, con la seconda sagra del peperoncino ribelle in sostegno ai progetti in Messico, festeggiamo la piccante r-esistenza quotidiana. Il Molino, occupato poco dopo la ribellione armata in Chiapas, si è nutrito praticando autogestione, lontano dagli sproloqui mediatici e dalla cultura dominante. Uno spazio che, al di là di tutto, rimane territorio libero dall’idiozia imperante. In una città vetrina gestita dal nuovo corso razzista, alle prese con continui scandali e intrallazzi, svuotata di ogni passione e dove più nulla è permesso se non consumare, il Centro Sociale resta una realtà che non si adatta, sempre fuori moda, ma oggi più attuale che mai. Uno spazio che continua a vivere, a suonare, a produrre “altro”, percorso da un flusso continuo di persone e richieste. Dove la contaminazione è stimolo eccitante. Dove la solidarietà rimane una pratica precisa.

Una disconformità collettiva quotidiana, in perenne opposizione ai disseminatori di paure, ai fomentatori di esclusioni. In permanente conflitto all’imposizione di vite e culture omologate e rassegnate. E nonostante il continuo riciclarsi di “opinionisti” che, da destra a “sinistra”, si prodigano in dicerie, illazioni, minacce, riflessioni non richieste, progetti e interpellanze, da 18 anni, senza sosta, ogni lunedì un’assemblea determina il proprio cammino d’autonomia.

Sabato, con l’apertura dei vari spazi, ci si potrà lasciare coinvolgere da quel fermento “picoso, digno y rebelde” che giunge da geografie altre. Ascolteremo gli echi d’autonomie di un intero territoro – quello delle comunità zapatiste in resistenza – che da 20 anni ci insegnano con la pratica che lottare e vivere al di fuori del sistema capitalista è possibile. Che definiti i NO bisogna delineare i SÌ. Per abbattere questo sistema e costruirne un altro. Distruggendo tutte le forme di Potere alle quali sin da piccoli veniamo abituati. Costruendo un vivere collettivo che risponda e rispetti i bisogni di persone e territori.

Il Molino Vive. Ora e Sempre.

Un ricordo a Carlo, Edo, Dax, Galeano e a tutt* i/le mort* ammazzat* dalla repressione.

Con i popoli in rivolta e i/le compagni/e ovunque rinchiusi/e in carcere.

Solidarietà ai famigliari e agli amici dei 43 studenti della scuola normale di Ayotzinapa nello stato di Guerreo in Messico scomparsi e/o ammazzati dalla polizia il 26 settembre 2014!

Tutte liberi! No Pasaran!

CSOA il Molino
Collettivo Zapatista Lugano

http://www.inventati.org/molino/