Il mondo in cui viviamo, la società che lo governa ed il sistema che la mantiene in vita ci impediscono di vivere come vorremmo.
Sopportare un’esistenza in cui non possiamo sentirci liberi di affrontare la vita come meglio crediamo, secondo le nostre idee ed il nostro essere, non è la nostra aspirazione. Siamo troppo giovani per aspettare di morire dopo una vita di lavoro e sfruttamento. Rifiutiamo la cultura dominante della società civile, quella cultura che ci insegnano fin dai primi anni di scuola, mettendoci in competizione l’uno contro l’altro. Questa competizione è la base che crea i rapporti gerarchici basati su potere e denaro.
Rifiutiamo di essere considerati una nullità da questo sistema che si basa sull’interesse di pochi ricchi che traggono profitto dalla nostra esistenza. Riteniamo sia fondamentale una critica alla società nel suo insieme mettendo in discussione tutti i tasselli che la compongono: Stato, Giustizia, Chiesa, Lavoro, Scuola, Economia,.. . Sappiamo benissimo che il potere che poche persone tentano di esercitare su di noi viene dato loro da queste istituzioni e che queste istituzioni sono governate da queste stesse persone.
Non sarà il loro tentativo di sottometterci a placare la nostra sete di libertà. La liberazione della nostra esistenza comincia nel momento in cui riusciamo a slegare la nostra mente dalla cultura dominante e cominciamo a creare qualcosa d’altro. Se non accettiamo che le istituzioni ci impediscano di vivere come vorremmo non ci resta altro che distruggerle. Vogliamo distruggere tutto ciò che ostacola il nostro modo di vivere. La gioia trova spazio nei nostri cuori ogni qual volta qualcosa ci fa sentire realmente vivi. Distruggiamo l’esistente per raggiungere una completa liberazione individuale. Non ci basta scappare dalla vita quotidianamente imposta dalla società, questo non perché non sia allettante. Semplicemente perché pensiamo che prima o poi, in ogni luogo e in ogni situazione, la società ed il sistema tenteranno di soffocare le nostre esistenze e di costringerci ad accettare il loro dominio e sfruttamento. Pensiamo semplicemente che scappare sia poco produttivo se il nostro fine è la nostra libertà. Riteniamo importante una consapevolezza utile ad attaccare quel che non ci rende liberi e distruggerlo. Il nostro è un progetto volto alla diffusione nei circuiti underground di visioni e pratiche di autoproduzione, autogestione e occupazione. Autoproduzione intesa come mezzo per un rifiuto radicale alla società dei consumi e come un punto di partenza per la liberazione dal sistema esistente. Intendiamo l’occupazione e l’autogestone come una pratica per distruggere i rapporti gerarchici e come una base per poi attaccare il sistema al fine di distruggerlo. Diffondiamo quindi idee e pratiche al fine di distruggere la società civile.
“Più amiamo il nostro sogno di libertà, di forza e di bellezza, più dobbiamo odiare ciò che si oppone al suo avvenire.” E. Henry