Clipper_fistA distanza di sei anni, 23 compagni ed attivisti che insieme ad altre centinaia hanno occupato e reso vivibile lo stabile in cui si e’ svolto l’Hackmeeting di Parma 2006, si sono visti recapitare un decreto penale, accusati in base all’articolo 633 del codice penale. Il reato che si contesta loro e’, di fatto, quello di aver occupato uno stabile, averlo reso agibile e in parte restaurato, nell’aver costruito bagni, docce e cucina, nell’averlo reso vivibile per la tre giorni dell’evento per poi restituirlo alla citta’.

Questo e’ esattamente quello che avviene da 16 anni durante ogni HackMeeting, l’annuale raduno della comunita’ hacker italiana, quando orde di hackers, provenienti da tutta la penisola e non solo, si incontrano per dare vita al libero scambio di saperi, informazioni, tecnologie, corpi, affetti, intensita’, guidati dall’insana passione a ”metterci le mani dentro”, a non delegare nulla, ad esprimersi in prima persona, in una dimensione collettiva e politica che trova nell’autogestione e nell’autorganizzazione la sua colonna vertebrale.

 

Nonostante sia chiaro l’intento repressivo della digos e della questura di Parma, che ci e’ sembrata assolutamente zelante (6 anni e passa per un provvedimento e’ quasi fuori tempo massimo), rispediamo al mittente qualsiasi accusa, ricordando alle questure e ai governanti di tutte le risme, che la nostra forza non si piega a suon di denunce e che anche quest’anno ci ritroveremo in giro per la penisola per continuare a portare avanti le nostre istanze umane e politiche, per continuare ad esprimere la nostra voglia di condivisione e di libera espressione, per continuare a fare dell’hacking il nostro modo di cambiare la realta’. Non ci fate paura. Massima solidarieta’ ai compagni colpiti da quest’ennesima ondata repressiva.

la comunita’ HM