Mentre voi siete lì a scrivere post sui rifiuti, a raccogliere firme contro l’inceneritore dietro casa, ad invocare la differenziata e a sfilare in corteo davanti alla discarica, qualcuno modifica in sordina un decreto:
All’articolo 3, comma 1, lettera d), e comma 3, nonché all’articolo 5, comma 3, la parola: ‘salve’ sia sostituita con le parole: ‘ivi incluse'”.
Non è chiaro? Così dev’essere. Infatti l’enigmatico decreto Clin,i appena approvato al Senato, con la sostituzione dell’altrettanto enigmatica parolina, stabilisce in pratica che i rifiuti solidi urbani siano considerati rifiuti speciali e possano essere bruciati nei cementifici.
Qual è il vantaggio di ciò?
Semplice: in Italia c’è una notevole produzione di cemento e quindi i cementifici sono praticamente ovunque. In ogni regione, in ogni provincia, quasi in ogni comune; Voilà: non c’è più bisogno di costruire inceneritori, per incenerire rifiuti.
Inoltre l’ incenerimento dei rifiuti nei cementifici aumenterebbe notevolmente le difficoltà di controllo da parte di enti pubblici e cittadini, che già faticano a monitorare gli attuali termovalorizzatori;
I cementifici sono piccoli, privati, sparsi ovunque, chi potrà riuscire a controllare cosa si brucia lì dentro? Chi andrà a controllare che nel cementificio non si brucino anche rifiuti tossici, clandestini, persino radioattivi come già accaduto? E che le ceneri speciali non vengano mescolate al cemento?
E’ la quadratura del cerchio. Si è inventato un sistema per far scomparire una buona volta tutti i rifiuti urbani, speciali e tossici senza dover combattere battaglie estenuanti con la cittadinanza, senza dover costruire mille inceneritori, senza sfinirsi con controlli Arpa.
Saranno i bravi ragazzi a tenere a bada il territorio circostante, e si sa che i bravi ragazzi mantengono l’ordine pubblico molto meglio dei manganelli.
Ad ogni microarea il suo microinceneritore, e tutti zitti. Miracoli della filiera corta.
Petrolio – uno sguardo dal picco