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Solidarietà al C.S.A. Terra di Nessuno e all’ Ex-Colorificio Liberato

Solidarity-Breaks-Chains

La storia degli spazi liberati è anche la storia della repressione!

In questo momento di particolare fermento e sollevazione, in cui i movimenti iniziano a decostruire i falsi valori e i falsi miti del potere facendo breccia nella nube di bugie che distorcono la nostra vita, la repressione in nome della tutela degli interessi del potere si fa più serrata.

Negli scorsi giorni questa ha colpito a Genova presso il c.s.a. Terra di Nessuno e a Pisa con lo sgombero dell’ ex Colorificio Liberato, spazi sociali che da sempre promuovono sapere critico, pratiche alternative, anti-proibizionismo, controcultura e conflittualità.

Certi che non possono sequestrare le nostre idee e che non sgombreranno mai le nostre vite, esprimiamo viva solidarietà a questi spazi con cui diverse realtà che compongono il nostro coordinamento hanno collaborato e condiviso un percorso di lotta e riappropriazione.
Con questi arresti, secondo me va a finir male per le autorità… […] Quei signori credono che per fermare la cosa basta legare il piede a qualcuno. Così succede che ne colpiscono dieci ma ne sollevano cento…  (MaksimGor’kij)

Coordinamento FreeT.A.Z.

Assemblea nazionale Antiproibizionista: Verso i Cannabis Club – Pisa 2 Marzo 2013 @ Ex Colorificio occupato

105254264-e298feca-d3ea-4707-9527-3901729e672dI danni del proibizionismo sono sotto gli occhi di tutti, eccetto, di coloro i quali offuscati da “indiscutibili principi ideologici” non possono né vogliono accettare le evidenze: reiterati accertamenti della persistente violazione dei diritti umani dei consumatori di sostanze, siano essi problematici o consapevoli, qualunque sia la sostanza che hanno deciso di assumere, “leggera” o “pesante”.

La posizione proibizionista, opposta a una concezione che rivendica l’esistenza (e lotta per la difesa) delle libertà individuali, si configura nella mente di alcuni dei suoi sostenitori, quale unica risposta possibile a una serie di problemi che un mercato illegale da una parte e l’abuso delle sostanze dall’altro, hanno certamente creato, tanto nelle collettività quanto negli individui. Malgrado si appartenga a tale categoria o ad una delle varianti più moderate, non è più accettabile non accorgersi del fallimento delle politiche proibizioniste sin qui perseguite a meno che non si convenga a quella categoria di censori ben conscia della genesi del modello ed in grado di sfruttarlo per meri fini economici e di controllo sociale.

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