di M. Calamari – Che succede all’ambasciata londinese dell’Ecuador? Che trame si tessono alle spalle di Assange? Ecco perché di libertà di dovrebbe parlare anche ad agosto
Roma – A Londra ci sono le Olimpiadi, ed a Quito, anche se a 3000 metri non farà il caldo che si sente in Italia, forse l’agosto ed i problemi locali saranno gli argomenti principali. In Italia poi lo spread, le coalizioni ed altre sottigliezze politiche la fanno da padroni. Si, è vero che qualcuno su PI (e dove, se no?) si è accorto che forse abbiamo problemi di privacy anche nelle storie a lieto fine, che il Garante della Privacy, nel frattempo non rilascia proprio dei messaggi politically correct (almeno nel formato), e che un gruppo di ingegneri d’oltreoceano è riuscito a costruire un veicolo automatico che si è gestito aereofrenata, localizzazione del luogo di atterraggio ed ha calato su Marte un giocattolo che intratterrà nugoli di scienziati per i prossimi quattro anni. Certo, è alimentata da batterie al plutonio, e forse questo la renderà meno simpatica ai nostri puristi, ma resta una buona notizia per tutti. A parte queste, le cronache agostane sono infarcite delle solite idiozie, e da nessuna parte nella stampa italiana trapela niente su una vicenda, pur stata in prima pagina per settimane, che ora volge verso un epilogo lontano dalla luce dei riflettori.
Il silenzio si stringe attorno a Julian Assange, ed è un cappio che tutti quelli che non parlano o che non pretendono notizie contribuscono a stringere.
Lasciate che Cassandra vi riassuma solo alcune delle puntate precedenti.
Un distinto signore che ha fatto del rendere pubblici segreti scottanti la sua missione (missione che torna anche a vostro vantaggio), è rinchiuso nell’ambasciata londinese dell’Ecuador. Si trova laggiù perche inseguito da un mandato di cattura internazionale basato sulla rottura di un preservativo, emesso da un paese europeo legato da trattati di estradizione con una superpotenza globale.Dall’altra parte dell’Oceano la suddetta superpotenza globale continua a fare una altrimenti inspiegabile melina su un caso definito di “spionaggio”, amministrato da una giustizia militare di solito non abituata a farsi crescere l’erba sotto i piedi (quello di Bradley Manning), in modo tale che una volta estradato Julian nel suddetto paese europeo, possa tirare fuori dal congelatore fresche accuse per farlo estradare ulteriormente aldilà dell’Atlantico.
L’utilizzo di una base militare nell’America Latina, di un braccio della morte o magari di tutti e due permettetrebbe poi una gestione più agevole di un caso che, avendo colto molte diplomazie con le brache calate, si vorrebbe stroncare e rendere “esemplare” nel finale.
E mentre il Presidente dell’Ecuador sta attentamente considerando una presa di posizione storica che tuttavia lo potrebbe anche inguaiare, in uno slancio che potrebbe essere italiano al cento per cento, la mamma di Julian è volata da lui per raccomandargli la pelle del figliuolo.
“Ma – direte – Cassandra, ti scaldi tanto, ma in tutto questo noi cosa c’entriamo?”
“Peccato d’omissione – è la risposta implacabile nella sua semplicità – una memoria corta di cui dovrete rispondere prima di tutto a voi stessi”.
Anche quelli di noi che hanno la fortuna (spesso immeritata) di vivere in paesi in tutto o in parte democratici, hanno dimenticato i benefici della prove di trasparenza nate dalle iniziative di Julian. Anche se tutt’altro che originali o perfette, hanno rappresentato il segno di una svolta che può essere storica e costringere tutti i Re presenti e futuri a considerare nel loro agire la possibilità di udire senza prevviso un “Il re è nudo!” che li riguardi personalmente.
Davvero pensate che tutto questo non valga niente?
Davvero pensate che conoscere la verità, o anche solo fatti di cui qualcuno voleva tenervi all’oscuro, non vi renda più liberi?
Davvero pensate che pretendere di conoscere anche in agosto cosa succede a Julian, e continuare a chiederne la libertà sia poco importante, per lui ma prima di tutto per voi?