É iniziata ieri mattina alle 8.00 la manifestazione “Non sarà la fame a placare la nostra rabbia” contro la discarica di amianto che sta per iniziare ad essere operativa in via Brocchi nel quartiere di San Polo a Brescia.Alle 8.00 il nostro amico Mario ha iniziato le sue 24 ore di digiuno. Sarà il primo di una serie di volontari che tutti i giorni per 24 ore, a turno,  digiuneranno in piazza Loggia all’ingresso della sede del Comune di Brescia per chiedere il blocco dei lavori di questa nuova criticità che viene aggiunta alle tante già presenti nella zona di San Polo.

É possibile immagazzinare praticamente a cielo aperto 80000 tonnellate di amianto a poca distanza dalle case coprendolo solo con un film di plastica?

Come mai in altri paesi le misure di sicurezza adottate sono enormemente superiori? Basta pensare che negli Stati Uniti l’amianto viene conservato negli stessi siti e con le stesse misure di sicurezza che sono usate per le sostanze radiattive.

Ma il Sindaco di questa città non è responsabile della sicurezza dei suoi cittadini?

Comunicato del Comitato spontaneo contro le nocività

SCIOPERO DELLA FAME A STAFFETTA

Piazza della Loggia, dal 12 aprile 2012

I lavori della discarica di amianto di via Brocchi stanno per essere ultimati. La gigantesca pattumiera è quasi pronta per accogliere poco meno di 80.000 tonnellate di un rifiuto che, negli Stati Uniti, viene stoccato come le scorie nucleari (in bunker di cemento armato, con operatori attrezzati come i tecnici di Fukushima).
Chi è passato in via Brocchi nelle ultime settimane ha visto una scena terrificante: gli argini della discarica sono interamente rivestiti di copertoni, che, stando a quanto ci dicono, hanno la funzione di tenere ben saldi i teli impermeabili. I copertoni sono rifiuti speciali. Nella stessa buca, quindi, due tipi di rifiuti diversi…
Dal 2009 il nostro comitato ha tentato, in ogni modo, di bloccare la realizzazione della discarica di via Brocchi:

  • con l’informazione (due convegni, banchetti informativi, volantinaggi a tappeto)
  • con un presidio durato sette mesi, che bloccava, di fatto, l’accesso all’area
  • con un ricorso al TAR e, successivamente, al Consiglio di Stato
  • con la raccolta di oltre tremila firme, consegnate al Prefetto di Brescia e al Comune di Brescia
  • con biciclettate
  • con cortei di quartiere
  • con una street parade che, partita da San Polo, è giunta in Piazza Loggia
  • con flashmob

Siamo stati sostenuti dagli abitanti e dalle associazioni del quartiere e del resto della città. Provate ad immaginare cosa questo abbia significato per noi:

  • giornate, settimane, mesi rubati alle nostre famiglie
  • decine di permessi lavorativi e di giorni di ferie utilizzati
  • il quasi totale annullamento del tempo libero

Perchè lo abbiamo fatto?
Lo abbiamo fatto perchè crediamo che non sia giusto sacrificare la nostra salute e quella dei nostri figli all’interesse di imprenditori senza scrupoli, costantemente appoggiati da istituzioni che autorizzano SEMPRE progetti che vanno a peggiorare una situazione ambientale di per sè già pesantissima.
Le conseguenze, in termini di malattie, sono state evidenziate da ben 3 relazioni ASL (percentuali inquietanti di alcune patologie tumorali negli adulti, altissima incidenza di malattie respiratorie e di allergie nei bambini…).
Ma già prima che queste relazioni venissero pubblicate noi sapevamo che qualcosa di strano a San Polo c’è. Se parli con gli abitanti del quartiere, scopri che quasi ogni famiglia ha una vittima sacrificata al profitto.
Se parli con i religiosi che si occupano di assistenza agli ammalati, scopri che in questa zona il numero delle persone da seguire è talmente alto che si fa una gran fatica a portare sostegno a tutti.
Aria, acqua e suolo sono inquinati in modo abnorme. L’inquinamento è il lascito di decenni di sfruttamento del territorio. A San Polo, addirittura, si cava dal Medioevo (sic!). Tante cave, tante buche, tante discariche… Ogni discarica conferma l’incapacità degli amministratori di applicare misure alternative ed ecologiche alla soluzione del problema dei rifiuti: le possiblità e le tecnologie ci sono … è la volontà politica che manca!

Noi vogliamo fermare la discarica di amianto perchè è giunta l’ora di cambiare rotta: la nostra città ha bisogno di un polmone verde, il Parco delle Cave.
Noi sappiamo che è l’unica possibilità. Sappiamo che, per vivere, dobbiamo respirare aria pulita, bere acqua non contaminata da cesio e cromo, mangiare cibo senza diossine.
Con la nostra presenza, con il nostro corpo, con la rinuncia consapevole a un bisogno primario, intendiamo mostrare la determinazione interiore che ci muove, per opporci alla devastazione della terra a cui apparteniamo e che ci dà la vita.

Rete Antinocività Bresciana