Tratto da umanità nova numero 36 – dicembre 20
Il testo che presentiamo ci è giunto già tradotto dai compagni di Atene con cui siamo in corrispondenza. Nonostante l’ottimo lavoro di traduzione fatto dai compagni diversi punti rimanevano criptici per il lettore italiano. Questo ha reso necessario l’introduzione di alcune note di spiegazione all’interno del testo da parte della Redazione, che spera di aver dato un’interpretazione precisa del testo.
La redazione di Umanità Nova

Una base politica
Tutto indica che ci troviamo ormai ad una svolta critica della storia e nessuno al momento può dire dove ci porterà. Tutti gli sforzi dei governanti e dei mass media di convincerci che il sistema borghese attuale non si trova sul punto di collassare sono sempre più vani. Il dibattito su come ottenere un cambiamento sociale, sia politico che economico si sviluppa sempre di più, dal Nord Africa e dal Mediterraneo orientale fino l’Australia e le metropoli dell Nord America. Un dibattito che si espande con termini vagamente progressisti, i quali hanno come riferimento una vasta gamma di posizioni, dall’approccio borghese-democratico del miglioramento del sistema esistente, alla rottura rivoluzionaria e la liberazione sociale. Comunque, si può dire che non vi sia solamente una crisi del sistema, ma che si stia intensificando ed espandendo la resistenza e il dibattito pubblico per un superamento radicale della crisi, cosa che crea in noi delle speranze.


Pertanto, riteniamo che oggi, l’azione anarchica costituita, organizzata, accanto all’elaborazione di una direzione libertaria comprovata e documentata, sia la premessa necessaria per l’emergere di una proposta anarchica moderna; di un’azione, come percezione o come un atto di superamento sostanziale di questa situazione soffocante. Si deve trattare di una svolta verso la direzione della liberazione sociale e non quel solito avanzare verso la barbarie [forse un richiamo alla famosa massima “socialismo o barbarie”, ndr] che non sia ricostruzione del parlamentarismo Borghese.
Per la realizzazione di questo progetto, è necessario uno specifico punto di partenza, in modo che il percorso della partecipazione anarchica e la coerenza della proposta sociale anarchica non costituiscano un guazzabuglio incomprensibile, neanche dall’inizio, né piu tardi. L’azione anarchica sociale non può far altro che essere basata sulla corrispondenza tra mezzi e fini.
Riteniamo che il discorso sociale anarchico, e l’azione conseguente, abbiano il potenziale e la speranza di formare una dinamica sociale, a cominciare:
– dalla storia delle idee e delle lotte del movimento anarchico internazionale ma anche del movimento ‘’ibrido’’ greco degli ultimi decenni
– dalla fiducia al federalismo, sia come forma dell’azione politica organizzata che come forma di organizzazione sociale. Questo collegamento ha a che fare esattamente con il valore del rapporto tra mezzi e fini: cioè con la formazione dei vari aspetti di organizzazione ‘’ad immagine e somiglianza’’della la società la quale tutti noi desideriamo
– dall’opposizione esplicita allo statalismo ed all’organizzazione capitalista del lavoro, la quale si basa sul rapporto padrone/dipendente, un rapporto che dobbiamo tenere lontano dalle nostre forme di organizzazione anarchia in modo di non essere incoerenti con quello che diciamo fin dall’inizio
– dall’idea e dall’implementazione pratica della democrazia diretta come una ‘’zattera’’ che potrà muoversi navigando verso la liberazione sociale. A tal proposito dobbiamo precisare che secondo noi l’espressione ‘’democrazia diretta’’, nell’uso si è diffuso rapidamente negli ultimi anni, ha bisogno di essere definito, di ricevere un significato. Questo significato ha una dimensione duplice: da una parte, riguarda il senso della democrazia diretta non solo come un concetto correlato alle decisioni di un gruppo di persone, ma come elemento fondamentale di una forma di organizzazione comunale, evidentemente competitiva sia per con il parlamentarismo borghese che con ogni espressione di totalitarismo civile [le concezioni di società autoritarie, sia di destra che di sinistra, ndr]. Dall’altra parte, la democrazia diretta dovrebbe superare il suo limite originale Greco-antico [democrazia a base censuaria ed autolimitazione al campo politico della rappresentanza, ndr] ed estendere il concetto di democrazia in tutti gli aspetti della società, entrando in conflitto sia con la proprietà privata dei mezzi di produzione che con l’imposizione della burocrazia politica. Dovremo, in altre parole, darle un significato basato su una diffusione dell’eguaglianza che si proponga come progetto di democrazia sociale, una sfida partita dalle barricate della Comune di Parigi ma anche dai compagni di Bakunin (sfida fondante per l’Alleanza Internazionale per la Democrazia Socialista) dalla fiducia in una una società basata sulle idee di comunismo libertario / comunismo anarchico, una società guidata dalle persone stesse attraverso comuni confederati, provincie e confederazioni, una società all’interno della quale si formeranno costantemente nuove identità, nuove mappe culturali di liberazione e in ultima analisi, nuovi “tipi” antropologici
Oltre a tutto quello, oggi dobbiamo dare particolare importanza:
all’abbinamento della domanda di autogestione da parte dei lavoratori con quella del controllo sociale/civile sulle attività economiche, attraverso l’auto-valorizzazione sociale del lavoro e della creazione di una base comunitaria per l’economia, dando grande importanza al collegamento dell’azione su tematiche specifiche dei singoli territori con la tematica più generale della questione di classe alla formazione sostanziale di un processo di decentramento con lo scopo del de-concentramento delle persone dalle moderne città di cemento, come componente fondamentale dell’economia comunitaria e di un processo di sintesi tra relazioni interne alle società umane e l’ambiente, tenendo conto degli approcci preziosi sull’argomento dati dalla teoria dell’ecologia sociale alla valutazione delle rivolte sociali come “acceleratori” della formazione della storia sociale, e, soprattutto oggi, con lo scopo centrale un cambiamento sociale rivoluzionario, che veda il rovesciamento del capitalismo e dello Stato attraverso i mezzi la lotta di classe e sociale la creazione di una società nuova alla solidarietà internazionale come direzione fondamentale per l’emersione di un movimento sociale sovversivo, movimento che abbia il potenziale necessario per rovesciare l’ordine mondiale attuale e per guidare l’evoluzione delle nostre società verso una direzione radicale. Solo l’emersione di una cooperazione internazionalista di questo tipo può sperare di superare le attuali tensioni statali, creando Leghe nuove, tra loro confederate, le quali saranno basate sulla buona convivenza e sulla cooperazione, e non sulla competizione. Questo è l’unico processo che può portare alla nascita di nuove identità culturali, che in realtà hanno molti più elementi forieri di una unione piuttosto che di una divisione
all’idea della creazione [δημιουργία-una parola che in Greco proviene dai termini ‘’comune’’ e ‘’azione’’ ndt] come un concetto antagonista rispetto al sistema attuale che porta l’avanzamento tecnologico ad essere vorace e distruttivo rispetto allo sviluppo delle relazioni umane (ανάπτυξη-la stessa radice con il verbo ‘spiegare, sviluppare’ ndt]
Concepiamo le lotte sociali come il modo che ti fa camminare avanti e la lotta politica come il modo che ti fa guardare avanti. Quindi, una proposta anarchica sociale contemporanea non trova il terreno fertile per fiorire se non esiste anche la partecipazione attiva dei compagni ai siti sociali [i luoghi di incontro sociale e di produzione sia culturale che materiale ndr]: i quartieri (per una azione anarchica/libertaria locale che veda la creazione di assemblee locali o di comitati, la creazione di organizzazioni operaie regionali ed autonome), i posti di lavoro (verso la formazione di gruppi autonomi di lavoratori o dell’intervento nelle associazioni di base). Dall’altra parte, la lotta politica anarchica è quella che tenta di unire tutti i colori e le linee delle lotte sociali con lo scopo di sviluppare un disegno più completo dell’immagine della visione sociale-libertaria. Quindi, quello che è importante è la presenza costante e catalitica degli anarchici all’interno di un processo sociale e non un soffocante auto-riferimento ideologico. Ogni dramma nella quale il direttore e il protagonista sono la stessa persona non può garantire il successo. E quello che sappiamo è che in questo caso, nella nostra storia il sipario non cala mai…

Gruppo dei Comunisti Libertari
Atene, ottobre 2011